martedì, aprile 19, 2005

Il Regno Unito non rinuncia al signoraggio.

La battaglia inglese alla Costituzione Ue
Il leader dei Tory rivela i principali punti dell’opposizione a Bruxelles
Il Regno Unito si prepara per le elezioni nazionali che si terranno il prossimo 5 maggio.
Anche se il dibattito fra i partiti si sta concentrando principalmente su questioni nazionali, come la tassazione, l'immigrazione e i servizi sociali, il partito conservatore britannico e il piccolo partito euroscettico UKIP stanno facendo leva sul malcontento generale della popolazione per rimettere in discussione la posizione della Gran Bretagna nell'Unione europea e per opporre l'approvazione referendaria della Costituzione europea.
Attraverso l'analisi del manifesto elettorale del partito conservatore, ecco i cavalli di battaglia dell'opposizione britannica rispetto all'Ue e al nuovo testo fondamentale.
No all'euro, Si al Pound
Un eventuale governo conservatore assicurerà l'indipendenza della Banca d'Inghilterra nel determinare i tassi di interesse che, mantenendo il pound a dispetto della moneta unica, dipenderanno esclusivamente dagli interessi dell'economia britannica. Un no netto, quindi, per conservare una delle caratteristiche principali della sovranità, il signoraggio.

Riappropriarsi dei poteri ceduti a Bruxelles
Il partito Tory vorrebbe avvalersi, come negli accordi di Schengen, della clausola dell'opting-out al fine di riconquistare la sovranità su alcune politiche controllate da Bruxelles.

Il Regno Unito dovrebbe, per prima cosa, liberarsi dai "vincoli" della politica sociale europea e orientarsi verso una deregolamentazione e una maggiore flessibilità della legislazione sull'occupazione.

I conservatori ritengono inoltre che una politica comune sull'agricoltura e sulla pesca siano insostenibili sia dal punto di vista economico che commerciale.

La politica agricola comune, storicamente, è stata un punto dolente nelle relazioni tra Ue e Regno Unito e il partito conservatore ne richiede sostanziali riforme da Bruxelles.
Per quanto riguarda la politica sulla pesca, il manifesto esplicita chiaramente che è intenzione dei conservatori restaurare il pieno controllo nazionale in questa area.

Una politica estera inglese e non comunitaria
Secondo il leader dei Tories Michael Howard durante il governo Blair la capacità di difendere gli interessi inglesi in politica estera è stata gravemente compromessa. Le relazioni con l'Unione europea sono state mal impostate da Blair mettendo a repentaglio i comuni interessi che legano la Gran Bretagna agli Usa e alla Nato.
I conservatori propongono invece una politica estera e di difesa da svilupparsi nel più ampio contesto dell'alleanza atlantica, senza alcuna velleità o ossessione per un grande unico stato chiamato Europa, bensì convogliando gli sforzi comuni al fine di costruire un'Europa delle nazioni che si impegni per la pace nel mondo.

Opposizione alla Costituzione europea
Dalla posizione adottata fino ad ora, si evince che a prescindere dall'esito delle elezioni nazionali, il partito conservatore inglese, con l'ausilio del piccolo partito euroscettico UKIP, porterà avanti una vigorosa battaglia affinché la Gran Bretagna non inserisca nel proprio ordinamento, per la prima volta nella sua storia, una serie di leggi codificate e scritte in un unico testo, ossia la Costituzione europea.

15 marzo 2005