mercoledì, novembre 29, 2006

Chi ha le mani sul Tesoro?

GOLDMAN SACHS: UNA BRUTTA STORIA ANDATA NEL DIMENTICATOIO

Roma, 27 Novembre 2006 – AgenParl – A metà settembre Elio Lannutti, presidente dell’Adusbef, aveva fatto circolare un comunicato stampa in cui denunciava che, approfittando delle diverse legislazioni fiscali in vigore nei paesi europei, Goldman Sachs International, quarta banca d’affari nel mondo, ha attuato una ingegnosa truffa ai danni dello Stato per 202 milioni di euro”. La banca ha avuto come vice presidente e responsabile per l’Europa Mario Draghi nel periodo incriminato (2002-2005). C’è in corso un’indagine della magistratura e un’operazione delle Fiamme Gialle è stata disposta dalla Procura della Repubblica di Pescara, titolare dell’indagine in quanto nella città abruzzese ha sede il centro operativo dell’Agenzia delle Entrate. Queste operazioni hanno portato all’inizio di settembre a sequestrare valori per 5 milioni di euro nella sede romana della Goldman Sachs, dopo i quattro milioni prelevati in precedenza.

Era stato messo in atto un meccanismo truffaldino con il quale le azioni di società italiane quotate in borsa, detenute anche da investitori istituzionali ( come fondi pensione e altri), poco prima del periodo di distacco delle cedole dei dividendi, venivano “trasferite” in altri paesi, in prevalenza in Inghilterra, in modo da creare le premesse per evitare la doppia imposizione fiscale. Quindi partiva la richiesta di rimborso, ma subito dopo i titoli tornavano in Italia, scriveva l’Adusbef. L’indagine era stata denominata “Easy Credit”. Lannutti si chiede dove sia finita la solerzia sia di Tommaso Padoa Schioppa che di Draghi, anche perché il Tesoro continua ad avvalersi di Goldman Sachs come banca di riferimento privilegiata nel piazzamento dell’ultima emissione di global bond decennali da 3 miliardi di dollari con scadenza 20 settembre 2016, conferendole la qualifica di lead manager, assieme a JPMorgan e Citigroup.

Queste ultime sono poi le due banche internazionali più coinvolte in derivati finanziari e speculativi. Mentre ci si accanisce a raccogliere le tasse dalle tasche dei cittadini, per favore, non scordiamoci anche di queste “piccole” faccende e di chi le ha tollerate. Sono cose che non vanno viste sotto un colore politico ma dal punto di vista dell’interesse dello Stato sovrano.